Non incenerirete le nostre vite!

Nonostante il disastro ecologico perpetrato impunemente in quattordici anni di malagestione del ciclo di smaltimento dei rifiuti in Campania sulla pelle di tutti noi, nonostante ancora i sistemi di accumulazione e di incenerimento abbiano dimostrato in Campania in maniera più che evidente , i loro fallimenti, apprendiamo stupiti dalla stampa del pericoloso annuncio del neo-presidente Domenico Zinzi di voler piazzare un inceneritore nella città di Santa Maria Capua Vetere.
Saranno contenti i cittadini tutti dell’Antica Capua, ed in particolar modo quelli del quartiere Sant’Andrea, che respirano quotidianamente l’aria con odori non gradevoli e elementi venefici connessi, specialmente alla vista dei risultati poco rassicuranti resi noti da molte associazioni civiche ! Non è certo un mistero il fatto che non esista alcuno studio accademico universalmente riconosciuto che avvalori la tesi dei politicanti secondo la quale le emissioni dei termovalorizzatori non procurano danni alla salute dei cittadini e al contesto ambientale in cui vivono.
Senza considerare il dato secondo cui il metodo di smaltimento di rifiuti a mezzo termovalorizzatore, risulta essere certamente il più costoso e controproducente. Mentre infatti, in altri paesi europei, i governi tassano la termovalorizzazione dei rifiuti (da 4 a 71 euro a tonnellata), in Italia questa tecnologia è incentivata con generose offerte in danaro ai “padroni” del settore igiene ambientale, pagate, con sonante pecunia pubblico preso direttamente dalle tasche dei cittadini.
Non può, inoltre, non essere considerato il dato relativo alle emissioni di polveri sottili, causa di molteplici tipologie di tumori alle vie respiratorie, impossibili da filtrare o riassorbire al 100%, ed ancora allo smaltimento di quella parte delle stesse che resta imprigionata nei filtri. Esemplare il caso del termovalorizzatore di Brescia, un mega-inceneritore da 700.000 tonnellate di rifiuto l’anno, le cui emissioni di micro polveri nocive sono pari a circa il 5% della quantità dei rifiuti termo valorizzati.Ciò significa che l’inceneritore di Brescia ha una produzione di rifiuti tossici, sotto forma di ceneri leggere, pari a 35.000 tonnellate l’anno. Da come si può vedere, anche gli impianti più collaudati, nella industrializzata Padania, risultano essere ingentemente nocivi.

Gli inceneritori non possono essere e non sono la soluzione per le emergenze rifiuti, ormai endemiche in tutta Italia, ma sono solo l’ennesima occasione di speculazione e mega-investimento, nel mercato della gestione del “ciclo rifiuti”, assecondando la prassi che ci ha condannati a quattordici anni di emergenza ambientale, tra le cui cause è da individuare anche la deprecabile privatizzazione, con conseguente mercificazione, di tutto il settore.

Chi vi dice che questa è l’unica via possibile per non “marcire” nei rifiuti per strada sta mentendo. Esistono alternative valide, più economiche, decisamente a più basso impatto ambientale e di certo non nocive, come dimostra ad esempio la vicenda relativa all’impianto di TBM installato nel comune di Vezzano Ligure (La Spezia). Ma ancora potremmo citare gli impianti a trattamento meccanico-biologico, presenti in altri paesi europei.

Senza menzionare la via maestra per risolvere definitivamente la problematica rifiuti: quella di una prospettiva generale di gestione del problema rifiuti, nell’ottica del riciclaggio e recupero delle risorse. Alcuni di questi sistemi, incredibilmente efficienti, prevedono addirittura il riciclo fino all’80% del materiale, in modo da creare le condizioni per un impatto sull’ambiente e sulle comunità, sempre più leggero. E’ la tecnologia che avanza, mentre qui pensiamo ancora a bruciare rifiuti !

C’è bisogno di estendere le prospettive e cambiare le metodologie di gestione dell’intero ciclo, dalla produzione del “bene” alla creazione del “rifiuto”, c’è bisogno di andare avanti e non fermarsi, non concedendo ulteriori spazi a quegli stessi responsabili del disastro ambientale nella nostra terra, dicendo a gran voce che la logica della gestione privatistica del settore, scientificamente ed inesorabilmente collegata al capitale ed alle ricerca di “profitto”, ha bisogno di trovare un perentorio ed assoluto termine, senza dimenticare che nel contempo, tale devastante pratica, dovrà essere estirpata anche da quelle sedicenti “SPA Pubbliche” o a capitale misto. Non c’è alcuna alternativa, se non nuovi drammatici disastri, al sottoporre tutto questo compartimento sotto il controllo pubblico!

Noi non ci rassegniamo a chi decide delle nostre vite sopra le nostre teste, non riconosciamo questa sistema della delega politica che senza eccezioni si distacca dai voleri della collettività per ergersi a oligarchia autoreferenziale.

Noi abbiamo intenzione di opporci a questo progetto, sollecitando l’attenzione sul problema di tutte le associazioni civiche, di tutte le soggettività politiche sensibili e di tutti i cittadini, al fine di promuovere la presa di coscienza e la mobilitazione collettiva. Lo faremo, dal basso, pacificamente e democraticamente, sollecitando la partecipazione della comunità, con tutti i metodi informativi, vertenziali e di resistenza a nostra disposizione ! Questa città, questo territorio, si opporrà decisamente alla prospettiva di tale nuova grande industria di inquinamento ! La città della rivolta di Spartaco saprà tenere fede alla sua tradizione ribelle !

No all’Inceneritore a Santa Maria Capua Vetere !
Non passerete !

NO WORKERS – TERRA DI LAVORO, COLLETTIVI STUDENTESCHI NO PASARAN

CSOA SPARTACO – SANTA MARIA CAPUA VETERE, CSOA TEMPO ROSSO – AGRO CALENO,

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